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20.09.2012
L'immaginario femminile sulla cittą: il CERPA al festival della scienza di Genova

C'è bisogno di immaginazione per una maggiore qualità abitativa delle città contemporanee. Non basta il sapere tecnico esperto, ma largo alle tecniche di partecipazione, confronto e coinvolgimento di soggetti portatori di una competenza sul territorio che nasce dalla pratica quotidiana.

Con questa convinzione, e con quella che le donne hanno proposto un nuovo immaginario di città rivisitando criticamente le discipline dell'architettura e dell'urbanistica, mescolando saperi e competenze a partire dal loro vissuto quotidiano urbano, il comitato locale "Se non ora quando" di Genova e il CERPA Italia Onlus nel ruolo di referente scientifico daranno vita a "L'immaginario femminile sulla città. Confronto tra scienza e pratica quotidiana dello spazio urbano", un incontro che si terrà all'interno del Festival della Scienza 2012 il 2 novembre.

La proposta di quest'incontro nasce dalla considerazione che la cultura scientifica che ha caratterizzato la disciplina urbanistica per circa due secoli si sta dimostrando insufficiente nel fornire risposte alla domanda di qualità abitativa delle città contemporanee con lo scopo di mettere in evidenza il potenziale trasformativo che l'immaginario e il sapere femminile può attivare sulla città.

Porteranno il loro contributo come relatrici:

Gisella Bassanini, architetto e ricercatrice Già docente e responsabile del Laboratorio di ricerca "Generi/generazioni/genti per l'architettura partecipata" presso il Politecnico di Milano, esperta in progettazione partecipata, politiche temporali urbane e culture dell'abitare femminile;

Silvia Macchi, docente di Pianificazione Territoriale e Politiche Urbane presso la facoltà di Ingegneria dell'Università Sapienza di Roma che svolge la sua attività di ricerca nel Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale;

Piera Nobili, presidente del CERPA Italia Onlus, architetta la cui attività è rivolta al tema dell'accessibilità, fruibilità ed usabilità degli spazi urbani e abitativi;

Antonella Prisco, associata di ricerca presso Istc-CNR. Dal 1999 lavora nel Laboratorio di Psicologia della Partecipazione Infantile, coordinato da Francesco Tonucci, per il Progetto "La città dei bambini" e coordina la rete internazionale delle città;

Elisabetta Donini, laureata in Fisica, ha insegnato e fatto ricerca nell'Università di Lecce e nell'Università di Torino e fa parte del Cirsde-Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne dell'Università di Torino. Attualmente è impegnata come socia fondatrice nelle attività dell'Archivio delle donne in Piemonte;

Elisabetta di Maggio, Artista nata a Milano nel 1964, vive e lavora a Venezia. Dopo aver studiato all'Accademia di Belle Arti di Venezia, nel 1999 partecipa al Corso Superiore di Arti Visive, Fondazione Ratti, Como, e nel 2001 è selezionata per il P.S.1 International Studio Program, New York.

Modererà l'incontro Annalisa Marinelli, architetta che svolge e pubblica studi in urbanistica di genere. Promuove la cura come una competenza femminile sul mondo e un punto di vista privilegiato sulla città. Studia politiche, prassi e soluzioni che apportino accessibilità e pari opportunità nella progettazione e organizzazione degli spazi urbani e sociali.

La conferenza sarà preceduta e accompagnata da un laboratorio esperenziale rivolto a uomini, donne, ragazzi e ragazze, invitate a percorrere un tragitto definito per sperimentare le reali complicanze quando si è in presenza di ostacoli, difficoltà fisiche o condizioni che richiedano movimenti complessi. Verranno simulate situazioni realistiche al fine di creare consapevolezza, dare spazio all'immaginazione e prevedere soluzioni progettuali.

A conclusione del laboratorio le/i partecipanti potranno trarre le loro conclusioni e discutere sui progetti di vivibilità urbana, a partire dall'immaginario tipico di chi quotidianamente si prende cura della vulnerabilità dei corpi, le donne. Un immaginario dunque che non prende le mosse dall'utopia, ma dalla concretezza che contraddistingue il vissuto femminile e che, una volta condiviso in un'esperienza collettiva, può rivelare il suo potenziale trasformativo sul progetto urbano.


 



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