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20.04.2015
OLTRE LA NOTIZIA
Il mondo è uno solo, soltanto a lezione di geografia

Tanti racconti. Tanti gli sguardi su un mondo dove spesso c'è una grande barriera, forse la più difficile da abbattere: quella della comunicazione.
Quella barriera che non permette di educare il proprio sguardo a riconoscere la diversità, qualunque essa sia, e, di conseguenza, a far fiorire quella sensibilità che permette di capire quanto gli ostacoli, siano essi architettonici o culturali, modifichino la relazione tra le persone.

"La mia storia ti appartiene" (a cura di Silvia Cutrera e Vittorio Pavoncello, Edizioni Progetto Cultura) ci racconta attraverso gli occhi di 50 persone con disabilità che ognuno di noi "non è altro che una parte del tutto e ogni differenza appartiene all'enorme insieme che è l'umanità" e che "per mettersi in comunicazione con gli altri non si deve porre la disabilità davanti alla persona".

Sono storie di famiglie - la storia di Massimo e Morena e della loro figlia Nicole, una bambina (ora diciottenne) sordocieca dalla nascita (per leggere la sua storia completa: www.insiemeper.bo.it/storie-a-lieto-fine), oppure la storia di Michele e di suo figlio Giorgio, ragazzo di 12 anni che ha un disturbo generalizzato dello sviluppo - che ci insegnano quanto l'ambiente sia fondamentale nel valorizzare e incentivare il protagonismo della persona e la sua partecipazione attiva alla vita di tutti i giorni. Sono storie che ci insegnano che la disabilità non è un'etichetta cucita addosso alla persona, ma che è proprio l'ambiente - barriera o facilitatore - a fare la differenza.

Sono storie che ci raccontano che una bambina sordocieca può comunicare efficacemente grazie alla LIST e uscire a mangiare la pizza insieme ai suoi compagni di classe, ma anche di un papà che fa la doccia a suo figlio che "a prima vista sembra un ragazzo normale perché non ha nessun tratto somatico caratterizzante" e può essere bersagliato di insulti e minacce dallo staff dello stabilimento balneare che non lo riconosce come il padre del bambino, ma lo scambia per un aggressore.

Il mondo è uno solo soltanto a lezione di geografia e "La mia storia ti appartiene" di mondi differenti te ne presenta cinquanta.
Ma basta guardare oltre, pensare con un "cervello accessibile" per accorgersi che di mondi ne puoi conoscere infiniti altri.


Existiert keine einzige Welt
Es gibt viele Blickwinkel und Erzählungen über unsere Welt, in denen oft eine große, ja vielleicht sogar die schwierigste Barriere überwunden werden muss: die Kommunikationsbarriere. Diese Barriere verhindert es, Unterschiedlichkeiten zu erkennen. Aus diesem Grund entwickelt man kein Gefühl dafür, dass architektonische und kulturelle Barrieren die Beziehungen zwischen Menschen verändern. "La mia storia ti appartiene" (Meine Geschichte gehört zu dir, herausgegeben von Silvia Cutrera und Vittorio Pavoncello) erzählt durch die Augen von 50 verschiedenen Menschen mit Behinderungen, dass jeder von uns nur ein Teil des Ganzen ist und dass alle Unterschiedlichkeiten zum große Ganzen gehören, die die Menschheit ausmacht. Daher sollte man eine Behinderung nicht vor die Person setzen, um die Kommunikation zu fördern.




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