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15.01.2015
OLTRE LA NOTIZIA
Beni culturali, parliamo di accessibilità…

Quando si parla di accessibilità ai beni culturali e storici urbani non si può non fare riferimento alle "Linee Guida per il superamento della Barriere Architettoniche nei luoghi di interesse culturale" (clicca qui per scaricarle in formato pdf) volute e sostenute dal Ministero dei Beni Culturali con l'obiettivo di ampliare la fruizione dello straordinario patrimonio artistico italiano. L'assunto di base, infatti, è che l'obiettivo della tutela e della valorizzazione del patrimonio è la sua fruizione, essendo la pura contemplazione la prima nemica della conservazione: parlando di beni architettonici , infatti, ciò che è giunto fino a noi nel migliore stato di conservazione è ciò che è stato utilizzato nel corso del tempo, si pensi ad esempio al Pantheon di Roma.
Il problema
Se la fruizione è essenziale per la conservazione, se la fruizione da parte di quante più persone è possibile è sottintesa dal diritto di tutti all'esperienza estetica e culturale, resta il fatto che molto spesso la barriera da abbattere è intrinseca al bene da fruire, quando addirittura non sia il bene stesso, si pensi a torri e fortezze nate per essere difficilmente accessibili.
In altri casi la barriera è parte del percorso di valorizzazione e abbatterla o aggirarla significa alterare radicalmente l'esperienza concettuale del fruitore, si pensi allo scalone monumentale della Reggia di Caserta o l'ascesa della Torre di Pisa o della cupola di San Pietro. In questi casi il percorso in sé è da tutelare, è il vero obiettivo rispetto al semplice arrivare in cima.
Questi problemi si pongono sia in sede di restauro e conservazione sia, e maggiormente, nel momento in cui bisogna intervenire per ampliare l'accessibilità ad un bene storico o artistico.

Un'atteggiamento da rivedere
Spesso, erroneamente, si è pensato che il bene storico vincolato sfuggisse ai dettami della normativa, proprio i virtù della sua natura di bene culturale. In realtà non è, e non può essere così, ma questo atteggiamento ha fatto sì che si cominciasse ad interessarsi di abbattimento delle barriere alla fine degli anni '80 quando, in rapida successione furono realizzate la legge 13/89 e il relativo D.M 236, seguite dalla legge quadro sull'handicap, L.104/92 e D.P.R 503/96 che disciplina proprio l'edilizia pubblica e aperta al pubblico. La normativa, pur prevedendo un regime speciale per i beni vincolati, consistente nella possibilità per la Soprintendenza di emettere un diniego motivato ai progetti di abbattimento, prevede inequivocabilmente l'accessibilità del bene e proprio per introdurre strumenti flessibili ha previsto la deroga alle misure e prescrizioni tecniche del D.M. 236/89 e ha incoraggiato l'uso di modalità alternative, e soluzioni reversibili/rimuovibili per raggiungere, in modo adatto ad ogni singolo caso , la maggiore accessibilità possibile.
Per molti progettisti, però, il superamento delle barriere architettoniche è semplicemente un obbligo normativo, spesso condizionato da una visione della disabilità limitata a quella motoria, questo ha portato ad un uso errato della deroga e alla proliferazione di rampe e servo scala come soluzioni "rimuovibili" di accessibilità.
L'istituto della deroga è stato assimilato al diniego, realizzando una prassi di non azione, escludendo, di fatto e acriticamente, il bene vincolato dall'accessibilità.
D'altra parte se la provvisorietà delle opere garantisce al meglio la tutela del bene perché consente di riportarlo rapidamente alla sua condizione originaria, l'uso di soluzioni reversibili si è tradotto nella proliferazione di sistemazioni posticce, non funzionali, quando non fruibili, realizzate con materiali scadenti, laddove l'intervento sul patrimonio richiede una progettazione accurata e una riflessione sui materiali.

L'approccio delle Linee Guida
Le linee guida sposano e promuovono una concezione della conservazione che ormai considera l'accessibilità come qualità intrinseca del progetto di restauro e tutela. Gli estensori, consapevoli che non esiste l'accessibilità standard o ad ogni costo, propongono un approccio migliorativo, finalizzato a realizzare la miglior fruibilità da parte di un numero sempre più ampio di utenti, sulla base che l'uso è il presupposto della conservazione. Con questo obiettivo la deroga diventa una opportunità per adattamenti flessibili e funzionali e un progetto valido inizia dalla decisione sulla destinazione d'uso del bene da conservare, evitando che un edificio che non può essere facilmente reso accessibile sia adibito a scuola.
Il volume non offre soluzioni standard o prescrizioni tecniche preconfezionate, benché sia tecnicamente approfondito e accurato, ricco di supporti visivi e buone prassi, perché "si propone dunque come strumento per stimolare la riflessione su un tema la cui complessità viene spesso sottovalutata ( si pensi ad esempio alle barriere percettive, quasi sempre ignorate), al fine di superare la prassi corrente della "messa a norma", evidenziando come le problematiche connesse con l'accessibilità costituiscano la base stessa della progettazione e della disciplina del restauro"( dalla prefazione).
Il volume, edito da Gangemi, è acquistabile nelle librerie o nei siti specializzati.



Kulturerbe, wir sprechen über die Zugänglichkeit
Wenn man über das Thema Zugänglichkeit des Kulturerbes spricht, muss man auf die "Linee Guida per il superamento della Barriere Architettoniche nei luoghi di interesse culturale" (Leitlinien zur Überwindung der architektonischen Barrieren in Orten von kulturellem Interesse) Bezug nehmen. Diese Leitlinien werden vom Ministerium für das Kulturerbe herausgegeben, um den Genuss des außergewöhnlichen italienischen Kulturguts zu fördern. Das beste Mittel zum Schutz und zur Aufwertung des Kulturerbes ist nämlich ihr Genuss, da die reine Betrachtung der größte Feind der Erhaltung ist. Im Bereich der architektonischen Güter ist nämlich bis heute am besten erhalten, was im Laufe der Zeit benutz worden ist. Denken wir an das Pantheon in Rom.




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