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23.03.2015
OLTRE LA NOTIZIA
Finalmente le PERSONE con disabilità

Finalmente le "PERSONE con disabilità)
(Libere riflessioni sulla storia della disabilità)


A cura di Atos Cattini
coordinatore, per conto del Comune di Reggio Emilia del CAAD e noto esperto di questioni legate alla disabilità


Lucio Seneca, filosofo, drammaturgo e politico romano riteneva che i deformi o minorati andavano soffocati o annegati però non per malvagità, bensì perché nati mostruosi, perciò era ragionevole separare le persone sane da quelle "inutili".
Durante il medioevo le persone con disabilità fisiche, sensoriali o cognitive, erano considerate portatrici del "peccato massimo", perché difformi dall' archetipo della specie umana riconducibile all'immagine di Dio. Pertanto qualsiasi disabilità si poneva fuori dal rassicurante "ordine naturale" delle cose, divenendo un sacrilego pericolo da relegare ai margini delle comunità di appartenenza.

Da ciò discese nei disabili dell'epoca la sensazione di inutilità associata a un senso di colpa e di "peccato", prive di ogni presupposto ragionevole se ricondotte alle consapevolezze attuali, ma fortemente penalizzanti nel periodo considerato per la continua esposizione a feroci ritorsioni tese ad "annullare" pericolose diversità dall'ordine divino professato. Il quadro che emerge non può che condurci alle illogiche e istintive paure esistenti all'epoca, che induceva le persone a relegare l'universo della disabilità nell'alveo di superstiziose convinzioni secondo cui la difformità dalle catalogazioni canoniche di "normalità" del genere umano, all'epoca socialmente riconosciute, andava perseguitata finanche a "ripulire" il tessuto sociale da ogni discordanza dai canoni divini.

La storia della disabilità è un articolato scenario di irrazionali pregiudizi, che in questo ambito per questioni di sintesi ripercorriamo brevemente tralasciando di richiamare il "mostro" del mondo greco-romano; le pedagogie "speciali" definite dal Seicento in poi; la tetralogia ottocentesca di wagneriana memoria nella quale lo gnomo nibelungo Alberich rappresentava il male assoluto; i massacri perpetuati nella Germania nazista dove anche gli "ariani" disabili non corrispondevano al normotipo della razza ariana. Da questa breve sintesi cogliamo che la storia dell'umanità ingloba quella della disabilità, non poteva essere diversamente, liberandosi lentamente da illogici pregiudizi per approdare agli inizi del XIX secolo ad un' "accoglienza" caritatevole e pietistica comunque inadeguata nel riconoscere i diritti delle persone con disabilità.

Nasce una sorta di "welfare caritatevole" idoneo per rispondere ad alcuni bisogni primari, ma incapace di emanciparsi da una cultura pietistico-perbenista a volte in grado di arginare i bisogni primari ma non all'altezza per liberarsi da retaggi culturali, che nel tempo avevano sedimentato e sublimato la diversità delle persone disabili.

Agli inizi del Ventesimo secolo le persone con disabilità venivano gergalmente stigmatizzate con termini che fissavano nell'immaginario comune una condizione escludente, anziché includente. Così le persone con disabilità motoria venivano gergalmente definite, storpi, zoppi, mutilati, ecc..., quelli con disabilità visiva erano orbi, berluschi, ecc...; quelli con disabilità uditiva invece venivano definiti muti, sordastri, ecc...; invece quelli con disabilità cognitiva subivano lo stigma della pazzia, follia, infelicità, ecc.., insomma erano i "matti".

In Italia fra dal 1950 al 1970 nacquero numerose associazioni a "tutela" delle singole tipologie di disabilità, ne rammentiamo alcune: ANMIL, mutilati del lavoro; ANMIC, mutilati e invalidi civili; AIAS, associazione italiani spastici; UILDM, rappresentava i distrofi; ANIEP, riguardava le persone con esiti di poliomielite; UCI, era l'unione italiana dei ciechi, oggi comunemente chiamati non vedenti; ENS, era l'ente nazionale dei sordomuti. Quelle elencate rapprentano le associazioni storiche delle persone con disabilità fisiche e sensoriali, mancano quelle rappresentative delle persone con disabilità cognitive viceversa rappresentate, dal 1990 in poi, da numerose Onlus.

In questo ambito non si possono però trascurare due eventi normativi di particolare importanza: il primo riguarda la legge 2 aprile 1968, n. 68 che disciplinava l'assunzione obbligatoria degli "invalidi civili" nella pubblica amministrazione (consulta la legge su Handylex), compresi gli enti di secondo grado, e nelle aziende private; il secondo riguarda la legge 30 marzo 1971, n. 118 riguardante provvidenze a favore di "mutilati" e "invalidi civili" (consulta la legge su Handylex).

Nella seconda metà degli anni 80 e 90, fino ai giorni nostri, nascono numerose organizzazioni e cooperative sociali che perseguivano lo scopo di favorire l'inserimento lavorativo e sociale di persone con diverse disabilità, attraverso la formazione, la terapia occupazionale e specifiche attività ludico-ricreative, inerenti le distinte disabilità presenti nel contesto operativo. Se usciamo dai confini nazionali cogliamo l'importante attività svolta dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) con lo sviluppo di vari strumenti riguardanti la valutazione delle patologie fisiche, sensoriali e cognitive, al fine di affinare, unificare e migliorare le relative complessità "diagnostiche".

In tal senso l' OMS elabora la prima "Classificazione Internazionale delle malattie" (ICD, 1970) con l'intrinseco limite di relegare l'universo della disabilità esclusivamente in ambito clinico, senza coglierne la forte ricaduta esistenziale che produceva.
Tali limiti inducono, nel 1980, l'OMS ad elaborare una nuova classificazione l'ICDH che ha la prerogativa di misurare tre componenti fondamentali nella valutazione delle conseguenze delle malattie: la menomazione, la disabilità e l'handicap.
Ben presto anche questa classificazione mostra limiti applicativi perché trascura importanti aspetti eziologici della patologia in ambito clinico, così viene posto rimedio sviluppando una linearità classificativa sintetizzabile nello sviluppo uniforme di malattia-menomazione-disabilità-handicap, introdotta dall'OMS con l'ICDH-2 del 1999.

L' ICDH-2 rappresenta il modello della definitiva classificazione adottata dall'OMS. nel 2001, prodromico appunto all' ICF, Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute, vale a dire un approccio multidimensionale teso a superare i limiti del metodo clinico per ampliare la valutazione dello stato di salute delle persone ai diversi contesti di vita, sociale, familiare, formativo, lavorativo, ecc., in sostanza il passaggio è consistito nell'estensione dell'osservazione della persona, e del relativo stato di salute, considerando anche gli ambienti di vita.

Pertanto una classificazione che aspira alla valutazione delle persone nei diversi contesti, una sorta di globalizzazione della disabilità, perché ogni persona ha un proprio stato di "salute" e i diversi ambiti, in base allo stato di salute, ne determinano, la disabilità o il benessere.

Dunque l'osservazione dei singoli fattori esistenziali evidenzia non solo il disagio delle singole patologie, ma anche tramite quali azioni e strumenti è possibile migliorare la qualità della vita. Per questo motivo l'ICF ha delle peculiarità innovative riconoscibili nell'approccio integrato, nel modello multidimensionale e, non ultimo, nell'universalismo introdotto dalla nuova classificazione.

Infine non possiamo trascurare gli scopi e le finalità dell'ICF, sintetizzabili nell' intenzione di:
a) dotare il contesto scientifico di un unico strumento di valutazione della disabilità e delle conseguenze ad essa correlate;
b) fissare un linguaggio standard per descrivere lo stato di salute delle persone e delle popolazioni;
c) migliorare la comunicazione tra operatori sanitari, ricercatori, politici, e la gente comune, comprese le persone con disabilità;
d) consentire una codifica, "linkaggi", per favorire la realizzazione di sistemi informativi sia in ambito sanitario che socio-assistenziale.

Ora si comprenderà meglio, dopo secoli di storpiature e approssimazioni gergali, perché finalmente ci chiamiamo PERSONE con disabilità.

Per appronfondimenti su ICD, ICDH e ICF:

· Parliamo di ICF - International Classification Of Functioning - articolo di Atos Cattini del 16 febbraio 2015





Endlich die PERSONEN mit Behinderung
(Frei nachgedacht über die Geschichte der Behinderung)

Von Atos Cattini - Koordinator für die Gemeinde Reggio Emilia des CAAD und bekannter Experte für Fragen in Zusammenhang mit dem Thema Behinderung.
Die Geschichte der Behinderung ist ein komplexes Szenarium aus Vorurteilen, die an dieser Stelle zusammenfassend am trefflichsten mit dem Wort „Monster" der griechisch-römischen Welt bezeichnet werden können. Die spezielle Pädagogik im 17. Jh. und danach, die Tetralogie des 19. Jh., in dem die wagnersche Erinnerung an den Nibelungen Gnom Alberich das absolute Böse repräsentierte; die in Nazi-Deutschland verübten Massaker, wo selbst „arische" Menschen mit Behinderungen nicht dem Stereotypen der arischen Rasse entsprachen.
Diese wenigen Beispiele zeigen uns, dass die Geschichte der Menschheit jene der Behinderung umfasst, nicht anders sein konnte und sich nur sehr langsam von unlogischen Vorurteilen gelöst hat, um Anfang des 20. Jh. schließlich zur caritativen und pietistischen „Aufnahme" von Menschen mit Behinderungen zu gelangen, die genauso ungeeignet war, um die Rechte von Menschen mit Behinderungen anzuerkennen.




Tags: icf |  disabilità |  persone con disabilità |  icd |  icdh | 



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