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17.11.2015
ITALIA
Le case degli anziani? Vecchie, insicure e poco accessibili

Vecchie, insicure e poco accessibili. Così sono le case degli anziani italiani stando al Rapporto sulla condizione abitativa degli anziani che vivono in case di proprietà 2015, realizzato da Auser, Spi Cgil e associazione Abitare e anziani (Aea) elaborando dati Istat. Secondo il rapporto, sono 9.947.438 gli over 65 che vivono in case di proprietà. Si tratta perlopiù di case vecchie che, se pur in buone condizioni generali, hanno spesso impianti non a norma in materia di sicurezza, presentano molte barriere architettoniche e sono prive di ascensore.

Il 34,9% delle case di proprietà di anziani sono abitate da un persona sola e, tra queste, il 65,9% ha più di 4 stanze. Il 35,4% delle case è stato costruito prima del 1961 e il 19,5% prima del 1946: si tratta quindi di abitazioni che per il 54,9% dei casi hanno più di 50 anni. L'87,2% delle case risulta in condizioni ottime o buone, mentre il 12,8% è in condizioni mediocri o pessime. L'ascensore, però, manca nel 76,1% dei casi: "Un problema importante che rischia di incidere fortemente sulla qualità della vita e sui bisogni delle persone anziane", sottolineano i promotori.

Dal rapporto emergono inoltre alcune differenze geografiche. Il Nord est, per esempio, con il 70,6% è l'area del Paese in cui è maggiore la presenza di abitazioni di grandi dimensioni con anziani soli, superata solo dalla regione Toscana, che raggiunge il 75% come media regionale e il 77,7%  nei comuni capoluogo. Per quanto riguarda l'epoca di costruzione, il 38,4% delle abitazioni del Nord ovest è stato realizzato prima del 1961, mentre nelle isole questa percentuale scende al 31,4%, con punte minime del 27,5% nei comuni capoluogo della Puglia e massime del 61,3% nei comuni della Liguria.

I problemi maggiori sono nei comuni con popolazione inferiore a 10mila e 50mila abitanti, dove rispettivamente vivono il 34,9% e il 65,4% di anziani soli. Le case più vecchie, costruite prima del 1919, sono localizzate per il 50,3% in centri con meno di 10.000 abitanti, percentuale che sale al 76% se si prendono in considerazione anche i comuni fino a 50.000 abitanti. Nei piccoli comuni si concentra anche il maggior numero di case prive di ascensore e di impianti di riscaldamento.

Per ammodernare e rendere accessibili le case degli anziani, Auser, Spi Cgil e Aea chiedono con urgenza la promozione di politiche abitative "di lungo respiro" e di programmi finalizzati all'adeguamento delle abitazioni per eliminare le barriere architettoniche, rendere più fruibili gli spazi di vita, attrezzandoli di impianti domotici e di tecnologie per l'autonomia. "Questo contrasterebbe il troppo spesso facile ricorso alle case di riposo e permetterebbe agli anziani di vivere bene nel proprio ambiente domestico il più a lungo possibile con rilevanti benefici per la spesa pubblica e il benessere sociale".

Una seconda linea d'azione sarebbe quella di rafforzare "quell'insieme di relazioni e servizi pubblici e privati per garantire all'anziano tutti i necessari supporti di vicinato, per sostenerlo ed accompagnarlo nelle sue condizioni di salute e nel soddisfare i suoi bisogni sociali e culturali". In particolare, Auser, Spi Cgil e Aea si riferiscono alle esperienze di cohousing, ai condomini solidali e agli sportelli informativi in grado di offrire consulenza integrata su questioni come la domotica (sull’esempio dei Caad), la sicurezza domestica e l’assistenza sociosanitaria, legale e amministrativa. Inoltre, la diffusione dei prestiti vitalizi ipotecari, sorta di "mutuo al contrario", permetterebbe ai proprietari over 65 di convertire parte del valore dell'immobile in denaro da investire in ristrutturazioni, senza che siano tenuti a lasciare l'abitazione e senza precludere ai loro eredi la possibilità di recuperare l'immobile, estinguendo l'ipoteca.

Fonte: Auser.it



Tags: case |  immobili |  anziani |  accessibilità |  terza età ascensore |  barriere architettoniche |  auser |  spi cgil |  abitare e anziani | 



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